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Da allevamento o pescato: la scelta del pesce.


Tra i consigli più diffusi da noi Nutrizionisti c'è quello di introdurre più pesce nella nostra alimentazione. Indicazione vera e utile in moltissimi casi ma... tutti i pesci sono uguali? No.

Al mercato del pesce o al banco del supermercato deve essere esposto per legge il cartellino che da al consumatore le seguenti informazioni: il nome commerciale e quello scientifico del pesce (per evitare frodi, spacciando un pesce per un altro), il metodo di produzione (pescato o allevato), l'indicazione precisa del luogo di pesca, gli attrezzi usati per la cattura e l'eventuale scongelamento.

L'indicazione per il pescato è in codice:

Zona FAO n. 21, oceano Atlantico nord-occidentale

Zona FAO n. 27; 27.III.d, oceano Atlantico nord-orientale e mar Baltico

Zona FAO n. 31, oceano Atlantico centro-occidentale

Zona FAO n. 34, oceano Atlantico centro-orientale

Zona FAO n. 41, oceano Atlantico sud-occidentale

Zona FAO n. 47, oceano Atlantico sud-orientale

Zona FAO n. 37.1; 37.2; 37.3; 37.4, mar Mediterraneo e mar Nero

Zona FAO n. 51; 57, oceano Indiano

Zona FAO n. 61; 67; 71; 77; 81; 87, oceano Pacifico

Zona FAO n. 48; 58; 88, oceano Antartico

I pesci di allevamento sono notoriamente più grassi, contengono meno Omega-3 (anti-infiammatori) e più Omega-6 (pro-infiammatori ad alti livelli) del cugino selvatico. Essi, infatti, sono cresciuti in "fabbriche di pesci", in vasche molto ristrette dove la possibilità di movimento è poca (ecco anche perché accumulano più grasso), a stretto contatto fra di loro (ecco spiegato il perché dell'utilizzo di antibiotici e sostanze chimiche disciolte nell'acqua delle vasche) e alimentati con farine spesso a base di soia (che concorrono a ridurre il quantitativo di sali minerali ed Omega-3 nell'animale).

Ovviamente le aziende che allevano pesci sono soggette ad una legislazione molto precisa e scrupolosa, che regolamenta quali tipi di sostanze e in quali dosi massime possono essere somministrate all'animale. E' indubbio, però, che il pesce d'allevamento abbia una qualità (e anche un prezzo) inferiore rispetto a quello selvatico. Per fare un esempio un'orata di allevamento ha 8g/100g di lipidi, a differenza dell'orata pescata che ne ha in media 3,8g/100g; stesso discorso per la spigola d'allevamento che ha 6,8g/100g di lipidi contro 1,5g/100g della spigola selvatica (Dati: Crea).

D'altro canto il pesce pescato, essendo libero di muoversi quanto vuole e mangiare ciò che trova, è molto più ricco di sostanze inquinanti rispetto ai pesci di allevamento. In particolare, i pesci che vivono sui fondali marini come la sogliola, la platessa e la razza (pesci piatti) tendono ad accumulare dentro la loro carne metalli pesanti potenzialmente tossici (Piombo, Mercurio, Cadmio in primis); i pesci che invece vivono più in superficie come l'orata e la spigola sono invece esposti a discreti livelli di idrocarburi.

Il mio consiglio è quindi quello di scegliere sempre pesce pescato, di piccola taglia e preferibilmente azzurro (come le acciughe, le sardine, le alici, lo sgombro, la leccia stella, il sugarello, il pesce sciabola, l'aringa), in particolare se si tratta di donne in gravidanza o allattamento e bambini. I pesci di grossa taglia, infatti, tendono ad accumulare molte più sostanze tossiche proprio perché si cibano dei pesci più piccolini.


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