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Vitamina D e bambini: integrazione necessaria.


Che cos’è la Vitamina D? E’ un ormone liposolubile derivante dal colesterolo, che si ottiene sulla pelle dall’irraggiamento solare, oppure si introduce con l’alimentazione (sotto forma di Vit D3, di origine animale, o Vit D2, di origine vegetale). Gli alimenti che contengono buoni livelli di VitD sono l’olio di fegato di merluzzo, il pesce, le uova, il latte e derivati, lieviti. Entrambe le forme però non sono completamente biodisponibili, ma necessitano di transitare dal fegato (dove avviene la 25-idrossilazione) e infine dai reni (dove avviene la 1 e la 24-idrossilazione) con formazione della forma attiva calcitriolo.

Qual è la sua funzione? Potenziamento del sistema scheletrico, aumentando il riassorbimento di Calcio e Fosforo a livello intestinale e di Calcio a livello renale e influenzando così positivamente la mineralizzazione ossea. Inoltre, recenti studi hanno messo in evidenza come la Vitamina D riesca a potenziare il nostro sistema immunitario andando quindi a prevenire (o a limitare gli effetti) di alcune patologie quali asma, infezioni delle vie aeree superiori, dermatiti atopiche, allergie, malattie autoimmuni (ad esempio tiroiditi autoimmuni, artrite reumatoide, LES..).

Quando, quanto e chi deve integrare? La SIP (Società Italiana di Pediatria) consiglia la supplementazione di VitD, sotto forma di D2 o D3, in gravidanza e allattamento (nella misura di 600UI/die) e nei neonati dalla nascita fino almeno al primo anno di vita (per i nati a termine e senza fattori di rischio, la dose giornaliera consigliata è di 400UI). Questo perché questa vitamina non è presente in quantità sufficienti nel latte materno e nel latte artificiale e perché nei primi mesi di vita l’esposizione ai raggi solari è minima. La conseguenza di una non integrazione può essere un’ipovitaminosi con conseguenti alterazioni nello sviluppo dell’apparato osteo-scheletrico (fino al rachitismo carenziale).

In alcuni condizioni patologiche particolari, si consiglia la supplementazione con VitD in dosi 2-3 volte superiori; è il caso di diabete mellito di tipo I, celiachia, malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), obesità e sindrome metabolica.

Dopo l’anno di vita e fino ai 18 anni, quando il bambino si alimenta come un adulto (o quasi) e sta molto di più all'aria aperta, l’integrazione è consigliata solo per chi ha fattori di rischio di deficit, ovvero coloro che si espongono in maniera insufficiente alla luce solare, coloro che hanno un’alimentazione per alcuni versi carente (alimentazione vegana), chi soffre di insufficienza epatica o renale, chi soffre di obesità o di malattie da malassorbimento intestinale. Si consiglia comunque di fare un dosaggio almeno annuale di VitD (25-Idrossivitamina D) per valutarne i livelli circolanti: un valore > 30ng/mL definisce uno stato vitaminico sufficiente, un valore compreso tra 20 e 29ng/mL definisce una carenza e un valore <20ng/mL un deficit di VitD.


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