Il cavolo manda medici e medicine al diavolo!
- Dott.ssa Silvia Legnaioli
- 5 gen 2017
- Tempo di lettura: 3 min
In Autunno e in Inverno si sa, i protagonisti dei banchi del mercato sono loro: cavolfiore bianco, verde e viola, cavolo verza, cavolo cappuccio, cavolo nero, cavolo romanesco, cavoletti di Bruxelles, cavolo rapa, broccoli. Ecco qua elencata una parte della grande famiglia delle Brassicacee, dette anche Crucifere, così chiamate perché i quattro petali dei loro fiori sono disposti a forma di croce.
Fermatevi per un attimo ad osservare le loro forme e i loro colori, rimarrete affascinati da quanto la natura possa arrivare a toccare la perfezione!
Da dove deriva il loro odore così sgradevole per alcuni e che spesso rappresenta un ostacolo al loro consumo?
Da una molecola chiamata sulforafano, un isotiocianato che come ci suggerisce il nome è composto da Zolfo (siete mai stati alle Terme a base di acque sulfuree? L'odore è molto simile in effetti.. Eccovi svelato perchè!). Questa sostanza è un grande alleato per la nostra salute, in quanto potente antiossidante (numerosi studi hanno dimostrato quanto stimoli tutti quei meccanismi endogeni enzimatici che vanno a riparare le cellule dal danno da radicali liberi), antitumorale (soprattutto dei tumori del tratto gastrointestinale e della mammella) e protettivo nei confronti dei danni cardiovascolari in seguito a diabete.
Altra molecola interessante e preziosa soprattutto per noi donne è l'indolo 3 carbinolo, che protegge contro i tumori ormono-dipendenti agendo in modo mirato sul metabolismo dell’ormone sessuale estradiolo e favorendo la formazione di derivati più innocui per la salute della donna in menopausa (in pratica, si forma più catecolestrogeno e meno estriolo). Questa evidenza mostra quanto sia importante consumare questi ortaggi in fase preventiva (cioè sempre, dall'infanzia all'età adulta), ma anche in caso di malattia conclamata (l'indolo 3 carbinolo rallenta la crescita cellulare).
Le brassicacee, essendo verdure tipiche della stagione autunnale e invernale, sono ricchissime di Vitamica C, in media circa 60mg/100g di prodotto crudo (al pari delle arance). Considerando che con la cottura più della metà viene persa, con una porzione di circa 300g di cavolfiore (o altro ortaggio della stessa famiglia) al giorno si raggiunge il fabbisogno giornaliero raccomandato indicato dai LARN (Livelli di Assunzione Raccomandata di Nutrienti), che corrisponde a 85mg per le donne e a 105mg per gli uomini.
Come consumare questi ortaggi?
Come già scritto, la cottura elimina gran parte delle vitamine termolabili e degli isotiocianati, quindi il mio consiglio è di consumarli crudi (cavolfiore e cavolo cappuccio sono molto buoni conditi con olio evo, pepe e sale, per chi li digerisce con facilità), oppure di sottoporli a cotture veloci e a media bassa temperatura (5-10 minuti in padella con olio evo e poca acqua; oppure al vapore). Se si preferisce la lessatura, il mio consiglio è quello di utilizzare la preziosa acqua di cottura per la preparazione di minestre e passati.
Per chi non li gradisce molto (per esempio i bambini o le donne in gravidanza), possono essere utilizzare insieme ad altri ingredienti per formare sformati, polpette o crocchette da cuocere in padella o al forno.
A cosa fare attenzione?
Chi soffre di ipotiroidismo dovrebbe limitare (e non evitare) l'assunzione di questi ortaggi, in quanto gli isotiocianati hanno un effetto "gozzigeno" andando a inibire la captazione dello iodio dalla tiroide e quindi inducendo una minore produzione dell'ormone tiroxina, rallentando ancora di più la funzione tiroidea.
Attenzione infine a consumare quanto più possibile cavoli da agricoltura biologica, in quanto la loro formazione globosa e porosa li rende degli ottimi depositi di pesticidi.
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